1 - L’AGRICOLTURA E GLI AGRICOLTORI:
STRAORDINARIE RISORSE DELL’ITALIA
L’agricoltura è una risorsa inestimabile per
le implicazioni economiche, sociali, ambientali e territoriali che ha nel
nostro Paese. In tutta Europa l’agricoltura consente un approvvigionamento
alimentare sicuro, stabile e di qualità che si affianca a metodi di produzione
rispettosi dello spazio rurale, dell’ambiente, della salvaguardia delle risorse
idriche, del benessere animale e della biodiversità, favorendo il contenimento
delle emissioni inquinanti. L’agricoltura offre inoltre opportunità
occupazionali nelle aree rurali e favorisce il mantenimento di un tessuto
sociale in quelle marginali. Nel nostro Paese occorre confermare i valori
dell’agricoltura e rinnovare la consapevolezza delle sue funzioni essenziali e
dei servizi che essa offre a beneficio di tutti. Si tratta di dare attuazione
ad un vero e proprio “Patto con la società” dell’agricoltura italiana, che
abbia a riferimento le funzioni produttive, di tutela ambientale e salutistiche
che il settore agricolo svolge, e che trovi adeguata declinazione nelle
sensibilità, nei poteri e nella operatività delle Amministrazioni locali, a
partire dalla convinzione di una comune azione di contrasto della criminalità
organizzata e a favore della legalità. L’agricoltura e le sue diversità, che
così diffusamente nel nostro Paese caratterizzano prodotti e sistemi
produttivi, territori e paesaggio agrario, va in ogni caso conosciuta di più,
va tutelata con azioni e politiche appropriate, va pienamente inserita nel
contesto dello sviluppo del Paese. Gli agricoltori sono i protagonisti
dell’agricoltura. Con la loro organizzazione aziendale e sociale danno vita al
territorio rurale rendendolo unico. Molte le opportunità che si offrono e
importanti le occasioni da cogliere. Occorre dare stabilità ad un positivo
rapporto fra Amministrazioni locali ed agricoltori valorizzando le funzioni, le
peculiarità e le opportunità di servizio che questi offrono. Con essi occorre
stabilire rapporti, stipulare accordi, definire indirizzi di lavoro, concordare
programmi di attività, lavorare insieme per l’attuazione di politiche sul
territorio a favore di tutta la collettività. A questo compito sono chiamati
solidalmente agricoltori e Amministrazioni locali, perché ciascuno nel proprio
ambito può contribuire allo sviluppo e al benessere del Paese. L’attività
agricola, in questi anni, si svolge in un contesto particolarmente difficile,
che si presenta con peculiare complessità nel nostro Paese. Basti solo pensare
che sono stati sospesi i benefici sui contributi per gli oneri sociali per le
aree svantaggiate. Sono principalmente i redditi agricoli ad essere colpiti sia
per le difficoltà di mercato sia per la inadeguatezza delle politiche. È questa
una delle ragioni del difficile ricambio generazionale, fondamentale garanzia
di prosecuzione della attività. I giovani non vedono nell’agricoltura valide
prospettive economiche a cui si aggiungono storiche difficoltà quali la scarsa
mobilità fondiaria, la debolezza di servizi qualificati di formazione e
consulenza, gli scompensi nella filiera agroalimentare. La spesa comunitaria
essenziale per lo svolgimento dell’attività agricola è oggi in discussione,
mentre continuano a mancare chiare regole internazionali per la gestione degli
approvvigionamenti agricoli a garanzia delle produzioni europee ed in
particolare di quelle di qualità del nostro Paese. L’Unione Europea, impegnata
a riformare la Politica Agricola Comune che sarà adottata dopo il 2013, ha
indicato infine nuove sfide a tutta l’agricoltura europea che non possono non
essere raccolte: i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, le risorse
idriche e la salvaguardia della biodiversità. L’insieme di questi problemi ha
bisogno di una analisi coerente ed approfondita nel nostro Paese ed è per
questo che è necessaria la convocazione di una Conferenza Nazionale
dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale attraverso la quale indicare gli
obiettivi, le politiche e gli strumenti per affrontare le difficoltà di oggi ed
indicare le strade da percorre per il futuro. Una Conferenza Nazionale che sia
convocata di intesa con le Regioni e gli enti locali e che sia utile a
delineare una nuova politica agraria nazionale. In occasione dei 150 anni
dell’Unità d’Italia è necessario riaffermare che l’agricoltura e gli
agricoltori hanno svolto un ruolo fondamentale ed insostituibile garantendo ai
cittadini alimenti sufficienti e sicuri e svolgendo servizi primari per la
vivibilità delle aree interne e di montagna del nostro Paese e per la
manutenzione e valorizzazione dei beni ambientali e territoriali. In Italia
sono ancora presenti forti differenziazioni sociali, economiche, produttive e
territoriali. Il reddito in agricoltura è largamente inferiore a quello degli
altri settori produttivi, i cittadini delle aree rurali godono di servizi
sociali ed infrastrutturali certamente inferiori a quelli delle grandi aree
urbane e, soprattutto, ancora forte ed irrisolto è lo squilibrio tra il Nord e
il Sud del nostro Paese. Le scelte di politica economica rivolte allo sviluppo
complessivo del nostro Paese debbono saper cogliere le grandi potenzialità
presenti nel nostro Mezzogiorno. L’agricoltura è certamente il settore sul
quale puntare per garantire occasioni di sviluppo e coesione anche nelle regioni
meridionali. Per valorizzare le grandi opportunità presenti nell’agricoltura
del nostro Mezzogiorno è però necessario investire in infrastrutture e servizi.
La politica agricola europea deve tenere in giusta considerazione le produzioni
mediterranee. Il Mediterraneo per molti secoli ha rappresentato una immensa
piattaforma di scambi commerciali, di idee, culture, lingue e di sviluppo
economico; oggi occorre una nuova politica di cooperazione con gli altri paesi
del Bacino. In un mondo che incomincia a guardare anche verso l’Oriente per
garantirsi nuove occasioni di benessere, il Mediterraneo può tornare a recitare
un ruolo strategico e primario. L’Italia è immersa nel Mediterraneo e, quindi,
può diventare protagonista traendone occasione di sviluppo.
2 - GLI
IMPEGNI
DELLE AMMINISTRAZIONI
LOCALI
Nel Patto con la
società la Cia pone alle rappresentanze dei luoghi e dei territori, le
Amministrazioni locali, un nuovo ruolo degli agricoltori e delle loro forme
organizzate.
2.I -
LA VALORIZZAZIONE DELL’ ATTIVITÀ AGRICOLA
IN TUTTE LE SUE FORME
Le Amministrazioni locali si impegnano a
sostenere e difendere in tutte le sedi i benefici economici, sociali e
territoriali che l’agricoltura porta con sé. Riconoscendo questo ruolo, si
impegnano a valorizzarlo, e a raggiungere precisi obiettivi programmatici di
relazione e di servizio: il censimento nazionale dell’agricoltura è la prima
occasione per verificare tali impegni.
2.II - LA SALVAGUARDIA
DEL TERRENO AGRICOLO
L’erosione della superficie agricola
utilizzata è costante ed irreversibile e non può non suscitare allarme e
preoccupazione. Occorre porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo
agrario soprattutto determinato dalle azioni non programmate delle opere di
urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali.
Occorre arrestare questo fenomeno con una gestione accorta degli insediamenti,
recuperando una enorme cubatura abitativa, industriale e per servizi da tempo
inutilizzata. Si tratta di dare dimensione stabile, condivisa ed universale ad
una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle
aziende agricole anche per quanto riguarda gli investimenti per le energie
rinnovabili. Occorre preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile
paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di
tutto il Paese. Infine occorre porre attenzione alla capacità di gestione dei
terreni demaniali, a vario titolo in possesso degli Enti Locali, ma anche
quelli a proprietà collettiva o gestiti in uso collettivo, affinchè con ciò si
contribuisca ad una più adeguata gestione del territorio, dello spazio rurale
ed al miglioramento del reddito delle imprese agricole.
2.III - LA DIFFUSIONE DEI SERVIZI PER LE
AZIENDE
ED I TERRITORI RURALI:
SEMPLIFICAZIONE DEI
RAPPORTI
CON LE AMMINISTRAZIONI
LOCALI
L’agricoltura è, per definizione, settore
produttivo diffuso nello spazio rurale. Questa peculiarità obbliga ad una
attenzione particolare per la erogazione di servizi alle persone ed alle
imprese. È auspicabile pertanto il rafforzamento delle infrastrutture civili,
sociali e di servizio alle imprese per favorire un equilibrato sviluppo delle
aree rurali: welfare locale, servizi civili e sanitari, infrastrutture di
comunicazione informatica e per la mobilità delle merci e delle persone. È
altresì necessario il rafforzamento della macchina amministrativa per ottenere
il duplice risultato di migliori servizi a fronte di una più equa e sostenibile
gestione dei tributi, tariffe e fiscalità di carattere locale. Le imprese
richiedono alla Pubblica Amministrazione efficienza di funzionamento e
speditezza di relazione a tutti i livelli, in particolare ai Comuni e alle loro
Associazioni funzionali. Al fine della semplificazione, i Comuni possono
operare con iniziative proprie a partire dalla messa in funzione dello
Sportello Unico per le imprese e dalla valorizzazione delle realtà associative
diffuse sul territorio, dando concreta attuazione al principio di
sussidiarietà. Le imprese agricole sono dotate di attrezzature e macchinari e
dispongono di professionalità che bene possono essere impiegate dalle
Amministrazioni in attività e servizi che possono essere messi a disposizione:
manutenzione del verde pubblico, manutenzione e gestione di aree a demanio
forestale, attività di emergenza nel verde ed in generale sul territorio
comunale. In questo contesto rientrano anche quelle iniziative che riconoscono
nell’agricoltura una funzione sociale di accoglienza, tutela della persona e
didattica ambientale: le fattorie sociali, gli “agriasili”, le fattorie
didattiche ed altre forme di accoglienza.
2.IV - LA VALORIZZAZIONE DEL RAPPORTO
CIBO E TERRITORIO
La distintività della produzione
agroalimentare italiana ha pochi eguali nel mondo. La Dieta Mediterranea è
stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Sono note le qualità, le tipicità ed i
valori con i quali i prodotti agroalimentari italiani si presentano ai
consumatori, al punto che il mercato dei prodotti simili e delle contraffazioni
del “made in italy” agroalimentare è divenuto un affare di oltre 60 miliardi di
euro l’anno.
Occorre salvaguardare e conservare questa
tradizione, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di
sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare è importante
il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni
enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali.
Sono necessarie iniziative di promozione della vendita diretta dei prodotti
dell’azienda agricola, promozione delle “strade enogastronomiche” collegate ai
prodotti tipici ed ai vini di qualità, valorizzazione turistica attraverso le
tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una
ristorazione che si richiama alle ricette e prodotti locali, anche nelle mense
pubbliche, l’ospitalità turistica alberghiera che valorizza le tradizioni
alimentari locali.
Le Amministrazioni locali
possono fare molto in questo campo, traendone diretto vantaggio e favorendo
anche il reddito delle imprese agricole.
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