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giovedì 13 marzo 2014

I consigli della nostra nutrizionista:IL MANDARINO, IL POMPELMO

                                                       IL MANDARINO, IL POMPELMO

In questo articolo parleremo di due agrumi, uno molto conosciuto ed utilizzato, l’altro meno: il mandarino ed il pompelmo.
Il mandarino (Citrus reticulata) è un albero da frutto appartenente al genere Citrus, e alla famiglia delle Rutaceae. Il nome comune mandarino si può riferire tanto alla pianta quanto al suo frutto. È uno dei tre agrumi originali del genere Citrus, assieme al cedro ed al pompelmo ed è l’unico tra i tre ad avere sapore dolce.
Il frutto è di forma sferoide, un po' appiattito all'attaccatura, e si lascia cogliere facilmente. La buccia è di colore arancione, sottile e profumata; la polpa è arancio chiaro, costituita da spicchi facilmente divisibili, molto succosa e dolce.
I mandarini sono costituiti da circa l'81% di acqua, 0,9% di proteine, 0,3% di lipidi e 17,6% di carboidrati, tutti zuccheri semplici. Possiedono 53 kcal per 100 gr di prodotto. Fra i minerali contengono potassio, calcio, fosforo, sodio, ferro, mentre fra le vitamine troviamo la vitamina A, la vitamina C e le vitamine del gruppo B (B1,B2, B3, B5, B6). I mandarini contengono vitamina C e contribuiscono a rinforzare le difese naturali dell'organismo; hanno inoltre proprietà mineralizzanti, toniche e leggermente sedative. La percentuale di fibre presenti nel mandarino, come la cellulosa, rende i mandarini efficaci anche nella stipsi, pur non avendo l’aggressività di un lassativo (dati INRAN).
La spremuta di mandarini non costituisce una modalità ottimale di impiego di questo frutto, in quanto vengono persi tutti i nutrienti contenuti nella parte stromale dei singoli spicchi. È comunque una valida opportunità per quelle persone iper-selettive che non riescono a mangiare la frutta, perché costituisce un carico di enzimi altrimenti non proponibili.
Sebbene sia molto zuccherino questo frutto può essere utilizzato anche dai diabetici; infatti quando si parla di frutta e diabete, non esistono divieti assoluti. E' vero che alcuni frutti contengono una maggiore percentuale di zuccheri e, per questo non devono essere consumati tutti i giorni ma ciò non giustifica un loro completo allontanamento dalla tavola del diabetico. La cosa importante è non mischiare i frutti tra di loro ma sceglierne uno solo per ogni pasto in modo tale da non aumentare la quantità di zuccheri nel pasto.
Per quanto riguarda il pompelmo il nome scientifico è Citrus  paradisi; è un albero da frutto appartenente al genere Citrus, e alla famiglia delle Rutaceae. Il nome comune pompelmo si può riferire tanto alla pianta quanto al suo frutto. È un antico ibrido, probabilmente tra l'arancio dolce ed il pomelo, frutto poco conosciuto nelle nostre zone.
È uno dei più grandi tra i frutti degli agrumi, secondo solo al pomelo e può facilmente raggiungere i due kg di peso. La sua buccia è abbondantemente foderata dalla massa spugnosa detta albedo che è però leggermente meno compatta di quella del limone.
E’ costituito per il 91,2% da acqua, 0,6% da proteine, 6,2% da carboidrati. Non possiede grassi e possiede 26 kcal per 100 gr di prodotto. Ricchissimo di potassio (230 mg per 100 gr di prodotto) presenta anche piccole quantità di calcio, fosforo, sodio, potassio e ferro. Come per il mandarino, il pompelmo è ricco di vitamina C, oltre ad avere quantità di vitamina B ed A (dati INRAN).
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Ritroviamo anche flavonoidi di cui il più abbondante è la naringenina, che ha attività antiossidante e antitumorale. Oltre alla naringenina il pompelmo contiene anche una sostanza chiamata limonene, responsabile del gusto acido, ma anch'essa con proprietà antitumorali.
Persone che utilizzano alcuni farmaci devono fare attenzione al consumo di pompelmo verso i quali è stata da tempo dimostrata la possibilità di reazioni avverse – anche gravi – in caso di contemporanea assunzione di questo frutto e del suo succo. La sostanza incriminata è proprio la naringina; essa  riduce l’attività degli enzimi detti citocromi, presenti a livello del fegato, e che l’organismo utilizza per metabolizzare alcuni farmaci. Tra questi  farmaci rientrano quelli utilizzati per la cura della pressione alta e quelli a base di statine utilizzati per abbassare il colesterolo. In più  alcuni sedativi e molti farmaci utilizzati in chemioterapia , alcuni antibiotici e, infine, un regolatore della motilità gastroenterica. Il pompelmo causa  il rallentato metabolismo di questi farmaci e ciò ne comporterebbe un accumulo estremamente pericoloso, con effetti collaterali che vanno dall’insufficienza respiratoria, l’emorragia gastrica sino all’insufficienza renale acuta e, addirittura, ad eventi mortali!
Quindi per le persone che utilizzano questi farmaci è consigliabile non utilizzare il frutto e neanche il suo succo.
Sul mercato  esistono molte varietà di pompelmo, ma una in particolare sta assumendo una certa importanza. Si tratta del pompelmo rosa, un ibrido con l’arancio; al momento è solo una varietà del pompelmo giallo, ma potrebbe succedere che in breve diventi specie autonoma di citrus. Ha un gusto un po' meno amaro del pompelmo giallo e buccia un po' più sottile, ma quello che lo differenzia maggiormente "dall'originale" è il fatto di contenere meno vitamina C e più fruttosio.

Dott.ssa Elisabetta Notari
Biologo Nutrizionista


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