IL MANDARINO, IL POMPELMO
In questo articolo parleremo di due agrumi, uno molto conosciuto ed utilizzato, l’altro meno: il mandarino ed il pompelmo.
In questo articolo parleremo di due agrumi, uno molto conosciuto ed utilizzato, l’altro meno: il mandarino ed il pompelmo.
Il mandarino (Citrus reticulata) è un albero da frutto appartenente al genere
Citrus, e alla famiglia delle Rutaceae. Il nome comune mandarino si può riferire tanto alla pianta quanto al suo frutto. È uno dei tre agrumi originali del genere Citrus, assieme al cedro ed al pompelmo ed è l’unico tra i tre ad avere sapore dolce.
Il
frutto è di forma sferoide, un po' appiattito all'attaccatura, e si lascia
cogliere facilmente. La buccia è di colore arancione, sottile e profumata; la polpa è arancio
chiaro, costituita da spicchi facilmente divisibili, molto succosa e dolce.
I
mandarini sono costituiti da circa l'81% di acqua, 0,9% di proteine, 0,3% di
lipidi e 17,6% di carboidrati, tutti zuccheri semplici. Possiedono 53 kcal per
100 gr di prodotto. Fra i minerali contengono potassio, calcio, fosforo, sodio,
ferro, mentre fra le vitamine troviamo la vitamina A, la vitamina C e le
vitamine del gruppo B (B1,B2, B3, B5, B6). I mandarini contengono vitamina C e
contribuiscono a rinforzare le difese naturali dell'organismo; hanno inoltre
proprietà mineralizzanti, toniche e leggermente sedative. La percentuale di
fibre presenti nel mandarino, come la cellulosa, rende i mandarini efficaci
anche nella stipsi, pur non avendo l’aggressività di un lassativo (dati INRAN).
La
spremuta di mandarini non costituisce una modalità ottimale di impiego di
questo frutto, in quanto vengono persi tutti i nutrienti contenuti nella parte
stromale dei singoli spicchi. È comunque una valida opportunità per quelle
persone iper-selettive che non riescono a mangiare la frutta, perché costituisce
un carico di enzimi altrimenti non proponibili.
Sebbene sia molto zuccherino questo frutto può essere
utilizzato anche dai diabetici; infatti quando si parla di frutta e diabete, non esistono divieti assoluti. E' vero che alcuni frutti
contengono una maggiore percentuale di zuccheri e, per questo non devono essere
consumati tutti i giorni ma ciò non giustifica un loro completo allontanamento
dalla tavola del diabetico. La cosa importante è non mischiare i frutti tra di
loro ma sceglierne uno solo per ogni pasto in modo tale da non aumentare la
quantità di zuccheri nel pasto.
Per quanto riguarda il pompelmo il nome scientifico è Citrus paradisi;
è un albero da frutto appartenente al genere Citrus, e
alla famiglia delle Rutaceae. Il nome comune pompelmo si può riferire tanto alla pianta
quanto al suo frutto. È un antico ibrido, probabilmente tra l'arancio
dolce ed il pomelo, frutto poco conosciuto nelle nostre zone.
È uno
dei più grandi tra i frutti degli agrumi, secondo solo al pomelo
e può facilmente raggiungere i due kg di peso.
La sua buccia è abbondantemente foderata dalla massa spugnosa detta albedo che è però leggermente meno compatta
di quella del limone.
E’
costituito per il 91,2% da acqua, 0,6% da proteine, 6,2% da carboidrati. Non
possiede grassi e possiede 26 kcal per 100 gr di prodotto. Ricchissimo di
potassio (230 mg per 100 gr di prodotto) presenta anche piccole quantità di
calcio, fosforo, sodio, potassio e ferro. Come per il mandarino, il pompelmo è
ricco di vitamina C, oltre ad avere quantità di vitamina B ed A (dati INRAN).
.
Ritroviamo
anche flavonoidi di cui il più abbondante è la naringenina, che ha attività
antiossidante e antitumorale. Oltre alla naringenina il pompelmo contiene anche una
sostanza chiamata limonene, responsabile del gusto acido, ma anch'essa con
proprietà antitumorali.
Persone
che utilizzano alcuni farmaci devono fare attenzione al consumo di pompelmo verso
i quali è stata da tempo dimostrata la possibilità di reazioni avverse – anche
gravi – in caso di contemporanea assunzione di questo frutto e del suo succo.
La sostanza incriminata è proprio la naringina; essa riduce l’attività degli enzimi detti citocromi,
presenti a livello del fegato, e che l’organismo utilizza per metabolizzare
alcuni farmaci. Tra questi farmaci
rientrano quelli utilizzati per la cura della pressione alta e quelli a base di
statine utilizzati per abbassare il colesterolo. In più alcuni sedativi e molti farmaci utilizzati in
chemioterapia , alcuni antibiotici e, infine, un regolatore della motilità
gastroenterica. Il pompelmo causa il
rallentato metabolismo di questi farmaci e ciò ne comporterebbe un accumulo
estremamente pericoloso, con effetti collaterali che vanno dall’insufficienza
respiratoria, l’emorragia gastrica sino all’insufficienza renale acuta e,
addirittura, ad eventi mortali!
Quindi
per le persone che utilizzano questi farmaci è consigliabile non utilizzare il
frutto e neanche il suo succo.
Sul
mercato esistono molte varietà di
pompelmo, ma una in particolare sta assumendo una certa importanza. Si tratta
del pompelmo rosa, un
ibrido con l’arancio; al momento è solo una varietà del pompelmo giallo, ma potrebbe
succedere che in breve diventi specie autonoma di citrus. Ha un gusto un
po' meno amaro del pompelmo giallo e buccia un po' più sottile, ma quello che
lo differenzia maggiormente "dall'originale" è il fatto di contenere
meno vitamina C e più fruttosio.
Dott.ssa Elisabetta Notari
Biologo Nutrizionista
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